BADOLATO NEWS

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I baroni Gallelli ricevono in dote il dipinto di Papa Martino -V Colonna
12/12/2019
Nella giornata di ieri è giunto a castello Gallelli di Badolato il grande dipinto olio su tela, cm. 203x102 raffigurante Papa Martino -V Colonna, che nato Oddone (o Ottone) Colonna (Genazzano, 25 gennaio 1369 – Roma, 20 febbraio 1431), è stato il 206º papa della Chiesa cattolica dal 1417 fino alla sua morte. Il dipinto rientra nella dote della moglie dell'attuale barone di Badolato (la baronessa Isabbella Corsi di Turri e Moggio) casata quest'ultima che a sua volta entrò in possesso di questo dipinto, quando un Leopoldo Corsi (nato a Napoli il 26 giugno 1882), sposò il (14 settembre 1902) donna Isabella de Sangro dei principi di Fondi (nata a Napoli il 5 dicembre 1884), figlia di Bianca Colonna dei principi di Paliano. Figlio di Agapito Colonna, signore di Genazzano, e Caterina Conti, Oddone nacque a Genazzano, "capitale" dello Stato feudale paterno, in una data oscillante tra il 25 gennaio 1369 e il 25 gennaio 1370. Studiò all'Università di Perugia e, conclusi gli studi, divenne protonotario apostolico sotto papa Urbano VI. Nel 1380 fu nominato vescovo di Urbino, ma non fu consacrato fino alla sua elezione al soglio pontificio. Lasciò la sede urbinate nel 1409. Fu amministratore apostolico della sede suburbicaria di Palestrina dal 1401 al 1405. Il 12 giugno 1405 fu nominato cardinale diacono di San Giorgio in Velabro da papa Innocenzo VII. Fu anche amministratore della sede suburbicaria di Palestrina dal 1401 al 1405 e per un breve periodo nel 1412. Nell'estate del 1408 abbandonò Gregorio XII, dopo aver visto le mancate trattative tra il pontefice romano e quello avignonese. Avendo partecipato al Concilio di Pisa del 1409, Oddone Colonna venne scomunicato da parte di Gregorio XII. Ebbe sempre parte nell'attività conciliare durante l'elezione dei due antipapi Alessandro V e Giovanni XXIII. A quest'ultimo, particolarmente, fu sempre fedele, anche durante le prime travagliate sessioni del Concilio di Costanza, fino alla fuga dell'antipapa tra il 20 e il 21 marzo del 1415. Concluso il 22 aprile del 1418 il Concilio di Costanza, ormai da lui presieduto, il nuovo pontefice promise ai Padri conciliari la convocazione, in base ai decreti Frequens ed Haec Sancta, di un nuovo Concilio volto a controllare l'avanzamento della riforma ecclesiale sollecitata a Basilea. Martino lasciò Costanza alla chiusura del concilio (maggio 1418) e intraprese un lungo viaggio attraverso l'Italia. Sostò a Villar Dora, Torino, Pavia, Milano (ove consacrò l'altare maggiore del Duomo), Brescia (alla corte di Pandolfo III Malatesta), Mantova (ospite di Gianfrancesco Gonzaga e del vescovo Giovanni degli Uberti sino al febbraio 1419), Ferrara, Ravenna, Forlì, Firenze che egli stesso elevò ad arcidiocesi il 10 maggio 1419. Qui si soffermò per quasi un anno e mezzo: i tempi non erano ancora maturi per entrare a Roma, a causa dello stato di anarchia in cui lo Stato Pontificio era entrato. Martino preparò accuratamente il suo rientro. Roma era presidiata dalle truppe del Regno di Napoli, il cui comandante pretese che il pontefice concordasse il suo ingresso cn la regina Giovanna II. Martino V poté così rientrare a Roma il 30 settembre 1420, il primo papa romano dopo 135 anni. Questo, e tutti gli altri dipinti facenti parte della collezione Gallelli, sono visionabili, dato che sono inclusi nel tour castellano insieme alle altre sale, quali l'androne, la cappella di Sant'Anna dei Parafrenieri, la biblioteca, le prigioni, la sala delle armi e armature, il salotto pontificio, e le torri di combattimento. Fonte: www.annuariodellanobilta.com Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Corsi_(famiglia)

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