A castello Gallelli il 49esimo genetliaco del barone di Badolato 14/08/2022 Ieri 13 agosto si è celebrato a castello Gallelli il 49esimo genetliaco del barone Ettore Gallelli di Badolato. Come è loro tradizione, il castello illuminato dalle torce tra i merli e lungo i viali, ha accolto gli invitati scelti tra pochi pochi eletti, ovvero parenti e amici stretti del festeggiato, nonché noti nomi dell’aristocrazia.
Quarantanove anni costellati da successi editoriali e imprenditoriali, dato che imprenditoriali in campo agricolo, editoriale, e tustistico.
Don Ettore Gallelli di Badolato (all’anagrafe Ettore Gallelli Benso de Salazar di Badolato) nato a Trieste il 13.08.1973 figlio del barone Vittorio (29.03.1939-20.12.2016) e della nobile Daniela Benso, Dr. in Scienze Politiche con una tesi sull’imprenditoria femminile in Calabria, si specializza poi in diritto nobiliare, araldica, e cerimoniale presso la Pontificia Università Regina Apostolorum. Vive tra Roma, Torino, e Badolato, ed appartiene ad un’antica e potente casata feudale originaria Dalmata di Zara, già elencata nel censimento nobiliare del 1283. Noti latifondisti, nei secoli la famiglia è menzionata con abbreviazioni e aggiunte, quali Gallellus, Gallus, Gallis, Gallello, Galleli e in ultimo Gallelli. Diedero uomini in campo militare, politico, religioso, in quello degli studi e delle scienze. Tra gli avi più noti: Lampridio, primo vescovo di Zara il 17 .10.1174, e Kolan nel 1340 ebbe da Re Lodovico primo, la concessione dei titoli di Conti di Pago e Nona. Trasferitasi in Calabria Ultrà attorno al 1598 la casata godette del possesso di beni, terre, feudi, privilegi, onori, e gradi militari. Giunti a Badolato alla fine del 1500 con un Francesco (come testimonia palazzo Gallelli, eretto a Badolato borgo in via Gallelli n. 13, nonché l’acquartieramento costituito da case di loro proprietà attorno al loro palazzo, affittate a famiglie di loro fiducia) con un don Luca, il 25 novembre 1658 i Gallelli vengono investiti del titolo di baroni di Badolato. E’ inoltre in questi anni che inizia la loro accumulazione fondiaria, che darà vita all’attuale latifondo di famiglia. Con un don Giuseppe (trisavolo di don Ettore) fondano la banca Gallelli (in attività dal 5 ottobre 1860 al 10 settembre 1946) creata appunto dal barone Giuseppe Lorenzo Gallelli (5 gennaio 1830-14 marzo 1888) latifondista, cavaliere della corona d’Italia, nonché sindaco di Badolato per diciassette anni consecutivi, la quale fu una delle più note banche della provincia di Catanzaro. I Gallelli si interessarono al mondo bancario quando si accorsero di poter operare in regime di monopolio nella zona ionica del catanzarese, data la totale assenza di banche concorrenti, investendo quindi i loro soldi (frutto degli introiti derivati dai commerci agricoli generati dal latifondo di famiglia) in varie partecipazioni azionarie. In pochi anni il banco Gallelli dispose di denari da poter erogare in prestito con agevolati tassi d’interesse (già innovativi per l’epoca). Il barone Giuseppe Lorenzo Gallelli morì il 14 marzo 1888 ma la sua morte non ebbe effetti particolari per la banca di famiglia, e la transizione verso il controllo del figlio Pasquale (17 gennaio 1866-10 settembre 1946) avvenne senza problemi. Il barone don Pasquale Gallelli (figlio di don Giuseppe) consolidò le attività finanziarie della banca, reinvestendo a sua volta il denaro in nuove attività imprenditoriali, come ad esempio la costruzione a sue spese della famosa Centrale idroelettrica del Romito, realizzata nel nel 1920 nel comune di Isca sullo Ionio, su alcuni terreni di sua proprietà. I soldi derivati dai contratti di fornitura elettrica stipulati col comune di Badolato, Isca, Santa Caterina, e Sant’ Andrea, nonché quelli stipulati con molte aziende e privati cittadini, vennero reinvestiti in altre ulteriori attività commerciali. La fine del banco Gallelli si ebbe unicamente con la morte del figlio don Pasquale, avvenuta il 10 settembre 1946. Il barone Pasquale Gallelli, cavaliere della corona d’Italia, fu anch’egli sindaco di Badolato per diciassette anni consecutivi, nonché capitano nel reggimento del Nizza cavalleria. La Centrale Idroelettrica del Romito rimase ai baroni Gallelli di Badolato fino alla nazionalizzazione a opera dello stato nel 1966 quando divenne di gestione ENEL. I Gallelli di Badolato contrassero nei secoli parentela coi marchesi Alemanni di Catanzaro www.palazzoalemanni-gallelli.it quindi coi principi Ruffo della scaletta, e di riflesso alla lontana con l’attuale Famiglia Reale del Belgio (Sassonia Coburgo Gotha), coi nobili Marincola, coi marchesi de Riso, coi duchi Morbilli a Frosolone, e di recente coi de Salazar, coi Benso, con i baroni Corsi di Turri e Moggio, e di riflesso coi principi Cenci Bolognetti di Vicovaro. A partite dal 1991 don Ettore a 18 anni inizia l’apprendistato col padre don Vittorio nella storica azienda agraria di famiglia (tra le più antiche d’Italia, dato che è in produzione ininterrottamente dal 1589 attraverso 11 generazioni) la quale si estende oggi per circa 630 ettari in 5 comuni del Catanzarese, e produce olio extravergine di oliva, fieno, grano, erba medica, sulla, e boschi. Il 2003 viene ricevuto nel grado nobiliare del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, il cui Gran Maestro è S.A.R. l’Infante di Spagna, primo cugino del Re di Spagna. Il 13.01.2006 don Ettore col padre don Vittorio e col fratello don Alberto, costituisce presso il notaio Gualtieri il prestigioso Club Calabrese per la caccia alla volpe a cavallo (l’unico nel meridione d’Italia, il decimo su territorio nazionale) ristrutturando a tal proposito a Badolato un’antico frantoio in pietra, che fa arredare a tema di caccia alla volpe, così come sono i classici gentlemen’s club Inglesi. Lo scopo del circolo del quale don Ettore è presidente e Master, è tenere vivo il culto della tradizione cavalleresca, e valorizzare il territorio attraverso battute di caccia alla volpe a cavallo, che i Gallelli organizzano ogni anno a settembre sui loro terreni, assegnando infine al vincitore un premio in danaro, nonchè l’ambita coppa barone Gallelli di Badolato. Nel 2007 don Ettore sposa a Roma la nobile Isabella dei baroni Corsi di Turri e Moggio, figlia del nobile Stefano e della Principessa Fabiola Cenci Bolognetti di Vicovaro (quest’ultimi discendenti dalla nota Beatrice Cenci, casata inoltre ricevuta più volte nella Guardia Nobile di Sua Santità) imparentati con le più note famiglie principesche romane -F.P.R.), tra cui i principi Colonna di Paliano, e i principi Barberini (le quali diedero alla Chiesa i Sommi Pontefici Martino V Colonna nel 1417 e Urbano VIII Barberini nel 1623), la Casa Reale d’Asburgo-Lorena (regnanti del Gran Ducato di Toscana dal 1737 al 1860), i principi Hoelloen Bertenstein (principato tedesco situato a nord-est del Baden-Württemberg, in Germania, presso Bartenstein), i principi de Sangro di Fonti e San Severo, i del Balzo, i del Carretto, Filangeri, Caracciolo, Caldora, Beccadelli, Acquaviva d’Aragona, Pignatelli, i Doria, e alla lontana i de’Medici di Firenze. Da quest’unione il 2010 nasce a Roma Lorenzo Gallelli Benso de Salazar di Badolato, dodicesimo barone di Badolato. Il 2008 in accordo con la moglie, don Ettore crea anche l’azienda “castello Gallelli grandi eventi”, approdando dunque nel mondo delle location per eventi e matrimoni. A tal fine avvia una serie di migliorie del parco e del castello di famiglia, che in pochi anni diviene quindi una delle location calabresi più prestigiose www.castellogallelli.it Sempre nel 2008 apre l’agriturismo del castello di Badolato, di cui il sito www.agriturismocastellogallelli.it Nel 2009 don Ettore, sfruttando la sua specialistica in diritto nobiliare, araldica e genealogia, fonda inoltre la casa editrice Ettore Gallelli-editore, specializzata in libri di nobiltà, araldica, e genealogia, di cui il sito www.ettoregallellieditore.it Nel giro di pochi anni diventa l’autore-editore del maggior numero di libri nobiliari in Europa, infatti scrive, pubblica, e deposita al diritto d’autore presso il Ministero Italiano della Cultura e quindi nelle varie biblioteche nazionali e comunali, i seguenti testi periodici: -Libro d’Oro della Nobiltà Italiana www.librodorodellanobiltaitaliana.it -Albo d’Oro della Nobiltà Italiana www.albodorodellanobiltaitaliana.it -Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana. -Calendario di Gotha www.calendariogotha.it -Galateo serie aggiornata www.galateoaggiornato.it -Libro d’Oro della nobiltà Melitense www.librodoromelitense.it -Calendario Pontificio. -Calendario d’Oro. -Calendario Reale. -Libro d’Oro della Nobiltà Pontificia. -Libro d’Oro della Nobiltà Calabrese. -Famiglie nobili e titolate del napolitano- serie aggiornata. -Albo d'Oro del SMOC di San Giorgio. -Anuario de la Nobleza Espanola. A partire dal 2012 avvia una collezione di opere d’arte, sia olio su tela che scultoree, delle quali è egli stesso committente ai più noti artisti contemporanei. Tra queste una delle più importanti è certamente la sua scultura equestre, realizzata dagli artisti Davide Dorminio e Antonio Tropiano, la quale oggi troneggia sulla collina più alta della tenuta, di cui la pag. https://www.baronigallelli.it/?p=collezione_arte Il 25 novembre 2014 don Ettore viene ricevuto nel prestigioso collegio dei Parafrenieri Pontifici di Sua Santità (gentiluomini del Sommo Pontefice addetti al servizio di anticamera in Vaticano). Sempre nel 2014 rileva il noto Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (con deposito all’ufficio tutela diritto d’autore, dipendente dal ministero Italiano della Cultura), e con statuto notarile, con la moglie crea a Roma il Collegio Araldico Romano, che è naturale continuazione del disciolto storico Collegio Araldico, di cui il sito www.collegioaraldicoromano.it Alla morte del padre don Vittorio (20.12.2016) il quale tanto aveva fatto per ammodernare, meccanizzare, e intensificare la produzione agricola dell’azienda di famiglia, don Ettore prende in mano le redini dell’amministrazione, e con denunce e cause recupera uno dopo l’altro ben 9 fondi coltivati abusivamente da terzi, e avviando sugli stessi la coltivazione del grano della varietà senatore Cappelli (dopo 100 anni che a Badolato si era persa questa tipologia antica) aderendo quindi alla filiera Mulinum San Floro. Nel 2017 don Ettore con un’ investimento importante, crea a castello Gallelli di Badolato la più grande collezione di armi e armature rinascimentali del sud Italia a livello privato (aperta al pubblico) di cui la pag. https://www.castellogallelli.it/?p=collezione_armi Sempre lo stesso anno, indicizza la grande biblioteca di famiglia, composta da volumi del 1500 provenienti da palazzo Gallelli, riordinandoli nei locali del castello, e acquistando sistematicamente nuovi testi dello scibile umano, crea la nota biblioteca Gallelli (anch’ essa aperta al pubblico) di cui la pag. https://www.castellogallelli.it/?p=biblioteca Nel 2018 avvia un’ allevamento di selezionati cani pastore maremmano-abruzzese, presso la tenuta di castello Gallelli, di cui il sito www.allevamentomaremmano.it A partire dal 2019 don Ettore compera altri terreni in agro di Badolato e Santa Caterina, al fine di ampliare ulteriormente il latifondo di famiglia, di cui il sito www.agrariagallelli.it Il 2020 (per la prima volta nella secolare storia dell’azienda) don Ettore avvia anche l’allevamento di api (veduta la loro crescente moria dannosa per l’ecosistema). Il 2022 viene ricevuto tra i cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme (prestigioso ordine cavalleresco dipendente da Papa Francesco) essendo sempre attivo nel sociale e nell’aiuto verso i più bisognosi. https://www.vatican.va/roman_curia/institutions_connected/oessh/cenni_storici.html Il 2023 don Ettore avvia i lavori per la creazione di due nuovi campi sportivi nel parco dell’agriturismo, inclusi i lavori per l’abbellimento del verde dell’agriturismo, di cui il sito www.agriturismocastellogallelli.it Testo di Francesca Martinelli.
Fonte: -Storia dei baroni Gallelli di Badolato (Bruno Russo 2012). -Annuario della Nobiltà Italiana (Dr. Andrea Borella -2006-2011-2014-2021). -Storia di Badolato dal 1080 al 2009 (Prof. Antonio Gesualdo -2009).