A castello Gallelli di Badolato dal 01.08.2024 al 01.09.2024 sarà inaugurata una mostra dedicata a San Giorgio e il Drago 18/07/2024 Dal 01.08.2024 al 01.09.2024 a castello Gallelli di Badolato, sarà possibile ammirare da vicino in tutta la sua varietà cromatica, il grande dipinto olio su tela (opera del noto maestro romano Giacomo Sonaglia) raffigurante San Giorgio che uccide il drago, custodito nella cappella di Sant’Anna dei Parafrenieri. San Giorgio che uccide il drago è tratto da una leggenda meioevale, e simboleggia il bene che vince sul diavolo (il drago). Stando alle prime fonti che la descrivono, ovvero quelle del XI e XII secolo, la vicenda si svolge in Cappadocia. Nella Legenda Aurea del XIII secolo, la trama è invece ambientata in Libia. Un drago estorceva dei tributi agli abitanti di un villaggio. Quando finirono il bestiame e le altre risorse da dare al mostro, essi iniziarono a dare in sacrificio un di loro una volta all'anno. Ciò continuò fino a quando non venne scelta come tributo sacrificale una principessa. Onde evitare che ciò accadesse, il santo combatté il drago e lo sconfisse, liberando così la principessa. La leggenda getta le sue radici in epoca paleocristiana (Giasone e Medea, Perseo e Andromeda, Tifone , ecc.) e ne esistono delle varianti più antiche che attribuiscono le gesta dell'eroe protagonista ad altri santi. Infatti, nei secoli IX e X, il mito era dedicato a San Teodoro Tiro; successivamente, nel XI secolo, si diffuse la più nota versione in cui a sconfiggere il drago è san Giorgio. La più antica testimonianza conosciuta di san Giorgio che uccide un drago si trova in un testo georgiano dell'XI secolo. Nel XII secolo la leggenda e l'iconografia raggiunsero la tradizione cristiana occidentale attraverso le crociate e si diffusero rapidamente nell'ambito culturale bizantino. I cavalieri della prima crociata credevano che san Giorgio e i santi guerrieri Demetrio, Maurizio, Teodoro e Mercurio avessero combattuto al loro fianco ad Antiochia e Gerusalemme. La leggenda si diffuse nella tradizione cristiana occidentale sulla base delle sue versioni latine dello Speculum historiale e nella Legenda aurea. Divenne anche uno dei più ricorrenti soggetti letterari e pittorico nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, nonché parte integrante delle tradizioni cristiane relative a san Giorgio, tanto nella tradizione orientale che in quella occidentale.
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